ACdV intervistai sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Legnano (Mi)
Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Legnano (Mi), Lorenzo Radice.
Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il primo gruppo di controllo del vicinato risale al 2015. Da allora Il CdV si è ampliato arrivando a contare 29 gruppi “residenziali”, per complessivi 1.182 aderenti e 99 coordinatori, e 14 “commerciali”, per complessivi 363 aderenti e 32 coordinatori.
In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Da esperienze fatte in altri Comuni riportate dai media.
Come è strutturato?
Il CdV è strutturato in gruppi che comunicano al loro interno utilizzando whatsapp. I coordinatori di ogni gruppo condividono fra loro le segnalazioni che ritengono utili e comunicano alla Polizia Locale le segnalazioni raccolte tramite un bot creato dal Comando e reso disponibile dalla piattaforma Telegram.
L’Amministrazione come lo supporta?
L’Amministrazione mette a disposizione del Controllo un Info Point nei pressi della stazione ferroviaria, una postazione presso il Comando di Polizia locale per registrare digitalmente i dati e un archivio, sempre nel Comando, per la documentazione cartacea, che è in continuo aggiornamento. L’Amministrazione ha inoltre messo a disposizione dei gruppi di CdV un assistente civico che aggiorna la documentazione prodotta e affianca il Comandante della Polizia locale e l’amministrazione durante le riunioni.
Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Non sono dati direttamente in possesso dell’Amministrazione comunale.
Dalle segnalazioni pervenute attraverso il CdV, perlopiù inerenti il decoro urbano, possiamo rilevare reati al patrimonio, in genere furti all’interno di autovetture o in cantine/box.
Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Il CdV ha sicuramente questa funzione: condomini che prima si conoscevano appena hanno iniziato a dialogare attraverso il CdV e così abitanti in villette situate sulla stessa via. Aggiungo che il CdV ha un’altra valenza rilevante per quelle micro comunità locali che sono i nostri quartieri, quella di “cura di vicinato”. Il CdV, infatti, è anche uno strumento per occuparsi delle persone e dei luoghi in cui vivono; in questo senso è, esattamente come i patti di collaborazione civica, un canale per la partecipazione attiva delle persone alla cura della nostra Città. Le riunioni periodiche tra aderenti, promosse dall’Amministrazione comunale, contribuiscono a consolidare queste dinamiche.
Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Premesso che la differenza la fanno le persone, è indispensabile che la Polizia Locale dedichi risorse e attenzione a tutte le componenti della cosiddetta “sicurezza integrata”. Il modello organizzativo comunale dovrebbe tendere a favorire questa mission.
Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
L’amministrazione intende il CdV come uno dei principali strumenti della sicurezza partecipata, come dimostrano diversi casi di interventi effettuati dagli agenti della nostra Polizia Locale partendo dalle segnalazioni inviate dai coordinatori dei gruppi. Più in generale tutto quello che i coordinatori producono rappresenta un elemento utile alla Polizia Locale per conoscere ancora più puntualmente il territorio e le sue criticità.