ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Solbiate con Cagno
Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Solbiate con Cagno (Co), Federico Broggi.
Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il Controllo del Vicinato è stato istituito circa 10 anni fa e nel tempo è diventato una realtà solida sul nostro territorio. Da un piccolo gruppo, ogni anno siamo riusciti, grazie all’impegno di tanti cittadini, a farlo crescere e radicare gruppi su gran parte delle zone del nostro Comune.
In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Il CdV era inizialmente nato in alcuni Comuni dell’erbese e grazie all’aiuto di altri Sindaci ho contattato il referente di Como per chiedere supporto nell’organizzazione di un’assemblea pubblica per presentare alla cittadinanza quanto tornare a sviluppare i rapporti di vicinato – con un approccio legato alla sicurezza – fosse importante. Ci fu una grande partecipazione e da allora siamo partiti.
Come è strutturato?
Nel tempo ci siamo sempre meglio strutturati, per quanto tutto sia migliorabile. Oggi abbiamo un cittadino che funge da referente comunale e fa da “ponte” tra l’Amministrazione comunale e i gruppi di Cdv, si rapporta con la Polizia locale per l’iscrizione di nuovi gruppi e nuovi cittadini. Sul territorio ci sono una decina di gruppi attivi.
L’Amministrazione come lo supporta?
Poiché riteniamo che il tema della sicurezza sia centrale in questo periodo storico, questa delega è stata affidata al Vice Sindaco, che ha a sua volta affidato una delega di collaborazione specifica sul Controllo del Vicinato a un consigliere comunale. Vice Sindaco e consigliere si interfacciano con i coordinatori e con i gruppi, promuovendo riunioni e incontri per la costituzione di ancora nuovi gruppi. In Provincia di Como siamo tra i pochi Comuni che hanno stipulato (e rinnovato) il Protocollo d’Intesa con la Prefettura per la gestione del CdV, poiché crediamo si fondamentale mantenere un collegamento tra CdV e forze dell’ordine.
Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Fortunatamente siamo un Comune con pochi atti delittuosi e il reato principale, come nella più parte dei Comuni della zona, è legato ai furti in abitazione. Per contrastarlo, oltre a incentivare il CdV, stiamo sviluppando un progetto per implementare la video sorveglianza sull’intero territorio comunale.
Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Il CdV nasce con questa duplice funzione, sociale e di deterrenza; proprio la funzione sociale è la molla che attiva la costituzione di un gruppo di CdV, poiché i cittadini decidono di collaborare tra loro, con il proprio Comune e con le forze dell’ordine per il bene altrui, recuperando le buone pratiche ormai perse dei rapporti di vicinato.
Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Credo che non servano rigide sovra-strutture anche per regolare i rapporti tra un’Amministrazione, la Polizia Locale e il CdV, perché questo allontanerebbe le persone, già disamorate dalla burocrazia. Serve dare sostegno e spazio d’iniziativa ai gruppi e sensibilizzare le forze dell’ordine tutte sull’utilità di avere un rapporto e mantenere un costante canale di dialogo con i gruppi del territorio.
Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a sé stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza Partecipata’?
Se il CdV fosse un fenomeno o un soggetto a sé stante non sarebbe utile al territorio. La sicurezza partecipata è fatta di attori e azioni diverse tra loro e la cittadinanza attiva deve essere protagonista. Se il CdV è radicato, se ha occhi in più per supportare le Amministrazioni e le forze dell’ordine, allora svolge appieno la sua funzione sociale e rientra a pieno titolo come attore protagonista della sicurezza partecipata.