Riflessioni…
Il Volontariato di Facciata: un fenomeno spesso presente nelle Organizzazioni di Volontariato del Terzo Settore
Le Organizzazioni di Volontariato (OdV) del Terzo Settore giocano un ruolo fondamentale nella società, offrendo servizi e supporto alle Istituzioni Pubbliche attraverso un modello organizzativo efficace per contribuire al benessere della comunità. Tuttavia, molte di queste associazioni si trovano a dover affrontare una sfida ricorrente e spesso sottovalutata: il continuo avvicendamento dei soci.
Molti nuovi membri si avvicinano a queste realtà con entusiasmo, attratti dall’idea di contribuire a una causa importante o, in alcuni casi, spinti dalla possibilità di migliorare la propria immagine personale. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale lascia presto spazio alla disillusione quando emerge l’impegno concreto e costante richiesto per partecipare attivamente alle attività dell’associazione.
Alcuni, si avvicinano alle OdV pensando che l’attività possa essere poco più di un titolo da aggiungere al proprio curriculum o un modo per accrescere la propria reputazione sociale. Quando si rendono conto che il volontariato comporta fatica, tempo e dedizione, la motivazione vacilla.
La mancanza di una chiara comprensione di cosa significhi realmente far parte di un’associazione di volontariato può portare a un senso di frustrazione. Il lavoro nelle OdV spesso richiede capacità organizzative, partecipazione a eventi e spirito di sacrificio, elementi non sempre previsti dai nuovi soci.
Molte associazioni, specialmente quelle di piccole dimensioni, non dispongono delle risorse per formare adeguatamente i nuovi membri, lasciandoli disorientati e privi di supporto, il che contribuisce all’abbandono precoce.
Una ulteriore causa che comporta numerose problematiche è rappresentata dal turnover continuo, tra cui:
– L’instabilità organizzativa: La difficoltà nel costruire un gruppo stabile di volontari rallenta i progetti e crea una carenza di esperienza interna.
– Perdita di risorse: tempo e risorse investiti nella formazione di nuovi volontari spesso non danno i frutti sperati, portando a sprechi significativi.
– Demotivazione dei soci che da tempo sono in attività: i volontari più esperti possono sentirsi frustrati di fronte all’abbandono continuo di nuovi membri, incidendo negativamente sul morale dell’associazione.
Cosa può fare quindi una associazione come ACdV, che non è certo immune da queste problematiche? Quali strategie concrete può attuare?
Per affrontare queste criticità, una OdV come la nostra, può adottare diverse strategie con una gestione attenta e mirata per cercare di ridurne l’impatto negativo:
– Chiarezza nelle Comunicazioni Iniziali: Le associazioni dovrebbero delineare chiaramente le aspettative e le responsabilità dei soci sin dal primo incontro, scoraggiando chi cerca solo vantaggi di immagine.
– Percorsi di Formazione: Organizzare sessioni di formazione per fornire ai nuovi soci le competenze e la motivazione necessarie per contribuire in modo efficace.
– Valorizzazione del Contributo: Creare un sistema di riconoscimento e gratificazione per i soci attivi può aiutare a consolidare il senso di appartenenza e la motivazione.
– Creazione di Ruoli Graduali: Introdurre i nuovi soci a piccoli incarichi iniziali per consentire loro di acquisire consapevolezza dell’impegno richiesto prima di assegnare compiti più complessi.
Il fenomeno del turnover nelle OdV non può essere eliminato del tutto, ma può essere gestito con approcci mirati e consapevoli.
È fondamentale che l’associazione non si limiti a cercare numeri, ma punti alla costruzione di una comunità di persone motivate e consapevoli.
Allo stesso tempo, chi desidera entrare a far parte di un’associazione dovrebbe riflettere sulle proprie motivazioni e prepararsi a investire tempo ed energie, abbracciando il vero spirito del volontariato: il dono di sé senza aspettative di ritorno.
Ferdinando Raffero
Presidente Associazione Controllo del Vicinato ACdV – OdV