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ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Baldissero Torinese (To)

Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Baldissero Torinese (To), Piero Cordero.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il “Controllo del Vicinato” è presente a Baldissero Torinese dal 2017 quando è stato avviato il progetto di sicurezza partecipata cogliendo fin da subito l’interesse da parte di numerosi nostri concittadini che hanno aderito al progetto. Fondamentale in questo è stato il contributo dell’Associazione Controllo del Vicinato che fin da subito ha collaborato con l’Amministrazione Comunale per organizzare la rete di collaborazione tra Cittadini, Amministrazione e Forze dell’Ordine.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Il Controllo del Vicinato era già presente nei limitrofi Comuni di San Mauro Torinese, Chieri e Andezeno ed è stato il nostro Assessore alla Sicurezza che, venuto a conoscenza del progetto, ha contattato l’allora Vice-Referente Regionale e oggi Presidente di ACdV Ferdinando Raffero.
L’esigenza di costituire una rete di collaborazione che potesse essere di supporto all’esigenza delle persone di sapersi proteggere dai furti e prevenire le truffe, così come l’esperienza positiva del progetto nei comuni limitrofi, hanno contribuito a diffondere la partecipazione tra i cittadini, determinando una rapida diffusione dei gruppi anche sul nostro territorio comunale.


Come è strutturato?
Il progetto è stato strutturato seguendo le linee guida di ACdV che ha fornito un contributo fondamentale sia nell’organizzazione dei gruppi, ma anche e soprattutto nella formazione di Referente e Coordinatori oltre che nell’attivare un canale di comunicazione verso le Forze dell’Ordine con cui nella fase iniziale si sono tenuti vari incontri finalizzati proprio a definire una efficace modalità di gestione delle segnalazioni.
Baldissero ha la caratteristica di avere un territorio molto esteso con abitazioni distribuite in varie zone e borgate, dove attualmente operano 12 gruppi presenti sia lungo le vie di accesso che nelle zone centrali del paese. I gruppi effettuano le segnalazioni e comunicano attraverso le chat WhatsApp. I Coordinatori e il Referente sono in contatto tra di loro attraverso ad una chat dedicata. Il Referente è inoltre inserito in una chat “intercomunale” a cui prendono parte i Referenti ACdV di molti comuni della Città Metropolitana di Torino.
A Baldissero i membri dei gruppi CdV hanno inoltre adottato un ulteriore gruppo, “BaldisSocial” la cui finalità non è legata alla gestione delle segnalazioni relative alla sicurezza, ma ha finalità prevalentemente aggregative, ed è utilizzato dai cittadini per scambiare informazioni su argomenti e temi che sono di interesse per la comunità: quali ad esempio segnalazioni legate allo smarrimento di animali domestici, eventuali problemi legati alla viabilità delle strade, oppure casi in cui cittadini non troppo rispettosi dell’ambiente abbandonano rifiuti sui bordi delle strade o nei boschi. Anche in questi casi la tempestiva segnalazione dei cittadini è di grande aiuto per l’Amministrazione, che in tal modo può intervenire avendo a disposizione informazioni che molte volte si rivelano utili all’identificazione di chi ha commesso il fatto.


L’Amministrazione come lo supporta?
La sicurezza del territorio è un tema prioritario per l’Amministrazione Comunale di Baldissero, che non può prescindere dall’utilizzo degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione al fine di garantire un presidio costante del territorio. Tuttavia, anche la collaborazione e la capacità di attuare una rete di comunicazione organizzata e strutturata tra Cittadini, Amministrazione e Forze dell’Ordine è importante per migliorare l’efficacia degli strumenti tecnologici.
La possibilità di avere cittadini che si sentono parte attiva di un sistema di protezione, cittadini che hanno una maggiore consapevolezza e conoscenza di quali sono i rischi cui purtroppo siamo tutti inevitabilmente esposti, così come la possibilità di comunicare in modo diretto attraverso i gruppi, permettono da un lato di ridurre le probabilità che si verifichino furti sul territorio, aumentando allo stesso tempo il senso e la percezione di sicurezza.
Per tale ragione cerchiamo di dare il massimo supporto all’operato dell’Associazione, al Referente e ai Coordinatori, concretizzandolo in vari modi: dalla collaborazione attiva della Polizia Locale all’installazione della segnaletica verticale che individua le aree in cui sono presenti i gruppi, all’organizzazione di incontri pubblici realizzati in collaborazione con ACdV e Forze dell’Ordine.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Restando in tema di furti e truffe, i reati maggiormente diffusi sono senza dubbio i furti in abitazione.
Da questo punto di vista l’ampia estensione territoriale, così come la vicinanza delle abitazioni a zone boschive agevola l’azione di chi commette questo tipo di reati. Tuttavia, abbiamo riscontrato che la sinergia tra l’installazione di telecamere di videosorveglianza nelle vie di accesso e nel centro del paese con l’azione dei gruppi di Controllo del Vicinato oltre che le segnalazioni alle Forze dell’Ordine hanno sicuramente contribuito a contrastare e ridurre il fenomeno.
Ultimamente abbiamo poi registrato un incremento dei tentativi di truffa, commessi principalmente ai danni delle persone più anziane, che purtroppo continuano ad essere la fascia di popolazione maggiormente bersagliata da questo tipo di reato. Molto spesso le truffe vengono attuate attraverso sms o le app installate sugli smartphone, che sono divenuti di uso comune anche da parte degli anziani, i quali però spesso non sono del tutto consapevoli delle tante modalità con cui tali strumenti possono essere veicolo di truffe e raggiri.
In questo caso un ruolo fondamentale possono averlo l’informazione e la formazione, e sotto questo aspetto sono stati molto apprezzati i webinar tenuti da ACdV sui modi di contrasto delle varie tipologie di truffa.


Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Certamente, senza alcun dubbio. Ritengo infatti che il “Controllo del Vicinato” rappresenti una formula aggregativa meritevole di promozione e incentivazione in quanto porta in sé quel principio di collaborazione che è l’anima di ogni comunità e che purtroppo l’eccessivo individualismo verso il quale si sta orientando la nostra società tende a farci dimenticare.
Invece dobbiamo fare di tutto per alimentare e non perdere il senso e il valore della coesione sociale, l’importanza della relazione tra le persone, il dialogo e il confronto, il recupero di rapporti di vicinato improntati alla collaborazione e al mutuo supporto.
Oggi viviamo in una società fortemente orientata alla comunicazione, soprattutto sui social: è evidente che la modernità non si può arrestare ed è indispensabile. Tuttavia, dobbiamo riflettere su quanto siamo ancora capaci di creare relazioni e dialogo diretto con le persone, con il nostro vicino di casa o di pianerottolo. Molto spesso ci troviamo a scambiare messaggi via social con persone che sono dall’altra parte del mondo e che magari non abbiamo mai visto di persona. E’ una grande opportunità e sicuramente utile, ma non dobbiamo perdere di vista anche chi condivide il nostro territorio, le persone che vivono vicino a noi, interessarci ai loro bisogni ed esigenze. E questo vale nei piccoli comuni come Baldissero quanto nelle grandi realtà urbane.
Abbiamo necessità di rivalutare anche questo aspetto del vivere sociale, e in tal senso l’attività e l’operato di associazioni quali ACdV è importantissimo, non soltanto per l’attività legata alla sicurezza ma anche, e direi soprattutto per la capacità di creare aggregazione tra cittadini con varie modalità, quali ad esempio il già citato gruppo “BaldisSocial”.


Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
La Polizia Locale è l’anello di congiunzione tra il CDV e l’Amministrazione. Nel nostro caso la Polizia Locale è spesso in contatto con il Referente o con i Coordinatori che riportano le segnalazioni degne di maggiore attenzione.
È molto importante la capacità di trasferire informazioni tra i gruppi di CDV, Referente e Coordinatori, e la Polizia Locale in modo semplice e strutturato, con dati che permettano di attivare gli interventi in modo tempestivo e il più possibile mirato. Le indicazioni fornite da ACdV, i manuali e i “vademecum” che l’associazione distribuisce e diffonde ai membri dei gruppi costituiscono un supporto preziosissimo.
ACdV esercita verso i cittadini un ruolo educativo e civico, in particolare promuove il messaggio che il cittadino deve fornire il proprio contributo operando in sicurezza per sé e per gli altri, senza compiere azioni di qualsivoglia natura, ma limitandosi ad essere un occhio attento e vigile svolgendo un’azione informativa esclusivamente mediante segnalazioni.
È poi compito della Polizia Locale e delle Forze dell’Ordine svolgere l’attività di intervento.
Il potenziamento della collaborazione passa attraverso la consapevolezza di ciascun cittadino del proprio prezioso ruolo di attento osservatore, nella sua capacità di conoscere il proprio territorio e saper identificare elementi o situazioni delle quali è utile informare la Polizia Locale.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a sé stante o una componente importante della cosiddetta “Sicurezza Partecipata”?
Il Controllo del Vicinato è senza dubbio parte integrante e fondamentale per i progetti di “sicurezza partecipata”, ma non è soltanto questo.
Come ho già detto la sicurezza si realizza attraverso la collaborazione dei tanti soggetti che, con ruoli di responsabilità diverse, fanno sistema. Si tratta di un insieme di persone e strumenti tecnologici che concorrono e collaborano nel garantire la copertura di un territorio e l’abbassamento del rischio di furti e truffe.
Punto cardine per la realizzazione di un “sistema di protezione” è proprio la capacità di fare rete, e quindi i progetti di sicurezza partecipata portano un valore aggiunto al sistema complessivo, aumentando anche il livello di sicurezza percepita dai cittadini.
Non dimentichiamo però l’importanza della formazione dei cittadini, non soltanto ad essere attenti osservatori e valido supporto sugli aspetti legati alla sicurezza, ma soprattutto ad essere educati ad avere un senso civico, aperti e disponibili alla collaborazione, al dialogo e al confronto, perché la capacità di avere una sensibilità ed un senso civico si riflette e porta benefici non soltanto sulla sicurezza ma su tutti gli aspetti della vita di una comunità.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Cerro al Lambro (Mi)

Dopo la pausa estiva riprendiamo le nostre interviste. Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Cerro al Lambro (Mi), Gianluca Di Cesare.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
A Cerro al Lambro l’esperienza del Controllo del vicinato ha avuto inizio nel 2016, allorquando furono attivati – se la memoria non mi tradisce – i primi 5 gruppi. Oggi, a distanza di 8 anni, ne sono attivi 23 e coinvolgono oltre 250 famiglie. Direi niente male considerata la nostra popolazione, di poco superiore ai 5000 abitanti.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
La nostra fortuna è che tutto questo si è avviato in modo relativamente semplice. Un nostro residente, Leonardo Cordone, che oggi ricopre peraltro un ruolo di rappresentanza a livello nazionale all’interno dell’Associazione, e che all’epoca era una sorta di “pioniere” di questa esperienza, ha coinvolto con grandissimo entusiasmo le prime decine di famiglie occorrenti ad attivare i primi gruppi. Sempre con la sua abnegazione e carisma ci ha permesso di consolidare il progetto ACdV con buone prospettive di espanderlo in modo significativo nelle aree ancora scoperte dalla sorveglianza partecipata e solidale.

Come è strutturato?
Diciamo che il “format” è ormai consolidato. Ogni Gruppo ha nel Coordinatore la propria figura chiave, poiché quest’ultimo è partecipante all’interno di due chat di livello diverso. La prima, che è quella attraverso la quale il Gruppo si tiene aggiornato sull’eventuale divenire di situazioni del vicinato; la seconda, che è quella che unisce i Coordinatori di tutti i gruppi ed all’interno della quale è presente anche il Comandante della nostra Polizia Locale. Questa chat di secondo livello permette di “preannunciare” anche ad altri Coordinatori l’insorgere di situazioni meritevoli di attenzione in transito nel territorio. Non nascondo che questo metodo di lavoro ha permesso in passato – in diverse occasioni – la risoluzione di accadimenti talvolta sospetti.

L’Amministrazione come lo supporta?
Oltre all’investimento economico conseguente in segnaletica, il cui corretto posizionamento si rivela strategico nell’efficacia deterrente, la nostra Amministrazione supporta questa notevolissima esperienza a più livelli. Innanzitutto, ha previsto la figura del Consigliere Comunale con Delega ai rapporti con i Gruppi del Controllo del Vicinato. Da questo impegno specifico, conseguono diverse azioni: almeno una riunione a cadenza annuale con tutti gli aderenti; l’organizzazione coordinata e/o patrocinata di iniziative che coinvolgano tutta la popolazione; la pubblicazione di documenti di aggiornamento delle attività; la gestione dell’apposita sezione contenuta nel sito istituzionale del Comune; soprattutto, tiene monitorato il divenire dei vari Gruppi intervenendo in maniera attiva all’incremento del numero dei medesimi ed al mantenimento dei numeri attuali. Come detto prima, la figura chiave di ogni Gruppo è individuabile proprio nel Coordinatore: in difetto di questo ruolo cesserebbe l’esistenza del gruppo medesimo; per questo, ogni qualvolta venga meno l’impegno di un Coordinatore, per i più svariati motivi (ad esempio, un banalissimo cambio di residenza) il Consigliere con Delega si attiva per individuare la nuova figura e – così facendo – permettere la tenuta sostanziale non solo del gruppo ma di tutto l’assetto territoriale. La ramificazione, infatti, più è “folta” e meglio funziona poiché il territorio ne risulta meglio connesso.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Premesso che i numeri sono fortunatamente bassi, i reati più consueti sono riconducibili alle fattispecie contro il patrimonio. Tentativi di truffa, naturalmente verso i soggetti più esposti della nostra comunità, e furti nelle case. Posso testimoniare che nelle zone del nostro abitato in cui i Gruppi sono attivi abbiamo assistito ad un crollo verticale delle statistiche. Per i ladri, sono poche le zone all’interno delle quali possono agire non disturbati dall’occhio vigile dei nostri cittadini impegnati nel Controllo del Vicinato; bisogna fare in modo, come già detto, che la fronda di questa pianta già rigogliosa prenda ancor più corpo.

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Assolutamente sì, ma a mio avviso si può andare anche oltre questa dimensione, di per sé già importantissima. Mi spiego meglio. Il progetto del Controllo del Vicinato ha almeno una doppia valenza: tattica e strategica.
Tattica perché permette, soprattutto in questo periodo di grave penuria di risorse economiche pubbliche, di creare un livello almeno minimamente parziale di sussidiarietà delle comunità rispetto alla vigilanza che viene chiesta alle Forze dell’Ordine. Sia ben chiaro, il mantenimento dell’ordine pubblico è esclusiva competenza dello Stato nelle sue diverse articolazioni. L’Attenzione vigile al territorio può essere invece garantita anche (ma non solo) da un livello di attenzione passiva dei Cittadini. Da un punto di vista più ampio, è un esempio concreto di reale interconnessione fra Stato e Cittadini, finalizzato all’idea che il territorio possa essere terreno di impegno civile per tutti, senza naturalmente travalicare le competenze pubbliche (questo sarebbe molto rischioso perché rischierebbe di minare i principi dello stato di diritto).
Da un punto di vista Strategico – invece – è un’esperienza fondamentale poiché crea un circuito di rapporti fra le persone che tra origine dalla condivisione di un progetto che poi – cammin facendo – può estendersi ad un livello di densità molto superiore. Può essere un efficace antidoto contro le solitudini di cui sentiamo parlare troppo spesso. Il nostro vicinato potrebbe diventare qualcosa di molto simile alla “logica dei cortili” delle vecchie case di ringhiera di cui esiste ancor oggi una memoria ben radicata. Noi tutti giudichiamo virtuoso quel passato, potremmo ricrearlo attraverso una nuova interpretazione del nostro abitato.


Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Ritengo che ai due livelli concentrici di cui si è già parlato (il primo livello interno al singolo Gruppo, il secondo livello riguardante invece i Coordinatori ed il Comando di Polizia Locale) se ne possano aggiungere altri, sempre concentrici.
Il terzo livello potrebbe essere l’istituzione di un Tavolo della Sicurezza a livello comunale (al quale stiamo lavorando) che estenda questo modello di Sicurezza Partecipata a tutti i cittadini ed anche al terzo settore presente sul territorio, con la condivisione di una programmazione progettuale ad ampio raggio; un quarto livello potrebbe consistere in un coordinamento intercomunale (di ambito omogeneo e dunque ristretto) al fine di condividere “buone pratiche” o soluzioni innovative che meglio potrebbero “viaggiare” nei diversi comuni. La mia idea è che aumentando i livelli si possa ottenere maggiore ridondanza nell’azione (se ci pensiamo bene, questo già avviene nel momento in cui si attiva il secondo livello operativo, quello dei coordinatori), permettendo alla comunità di crescere in resilienza.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a sé stante o una componente importante della cosiddetta “Sicurezza Partecipata”?
Credo di avere già fornito diversi elementi a supporto della mia risposta, lo ripeto volentieri e lo integro con un elemento. Questa esperienza potente e illuminata ha la sua forza nell’inserimento del progetto all’interno di una logica organica. Il Controllo del Vicinato è una parte magnifica di tutto ciò che una comunità può esprimere a livello di energie positive. Aggiungo una piccola suggestione: quando sento il termine “partecipata” mi viene in mente la canzone di Giorgio Gaber “Libertà è partecipazione”, dove si dice che questa (la libertà) “non è star sopra un albero” e nemmeno “il volo di un moscone”, oppure “non è uno spazio libero”. In verità, si dice, la “Libertà è partecipazione” perché muove da un concetto di fiducia: “l’uomo più evoluto … si innalza con la propria intelligenza”, “convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà”. Nella Sicurezza Partecipata c’è un esercizio formidabile di Libertà, di Intelligenza, di Evoluzione. In tutta sincerità, sogno comunità più forti che sappiano percorrere con gradualità il sentiero del continuo migliorare le proprie virtù civiche.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Barzanò (Lc)

Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Barzanò (Lc), Gualtiero Chiricò.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il CdV a Barzanò è stato attivato alla fine del 2017 ed è diventato completamente operativo a Gennaio 2018.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Grazie a una rete capillare di volontari e persone che si mettono a disposizione gratuitamente, direi. La notizia dell’esistenza di un sistema di controllo condiviso è stata portata all’attenzione della amministrazione da una volontaria storica del nostro Comune.

Come è strutturato?
Abbiamo suddiviso il territorio in sette zone omogenee e per ognuna di queste abbiamo chiesto ai cittadini residenti chi fosse disponibile ad entrare a fare parte di questa rete; ognuno dei gruppi ha un coordinatore referente. A oggi abbiamo un totale di 294 aderenti a fronte di una popolazione pari a circa 5040 abitanti.

L’Amministrazione come lo supporta?
Per noi, dati alla mano, il CdV è un sistema di supporto fondamentale in termini di sicurezza, anche percepita. Per questo motivo la nostra amministrazione mantiene una comunicazione periodica con i cittadini per aggiornarli sullo stato dei reati commessi e sul ruolo degli aderenti al CdV; inoltre i risultati annuali del servizio sono inviati alla Prefettura per conoscenza.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
I furti: ma parliamo di numeri irrisori, soprattutto se li confrontiamo con il periodo precedente l’attivazione del CdV. Nel 2023 sono stati 7, nel 2017 più di 40. Le statistiche restituiscono dati confortanti in questo senso, e le segnalazioni maggiori riguardano gli atti vandalici o l’abbandono di rifiuti.

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Senza alcun dubbio. Il principio di condivisione e di coesione che sta alla base del CdV porta un sicuro miglioramento della socializzazione.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
A mio parere sarebbe necessario che a partire dagli Enti superiori, penso alle Regioni e allo Stato, fosse dato ancora maggiore risalto alle funzioni del CdV e che il coordinamento si allargasse a livello sovra-provinciale; le Prefetture stanno facendo molto in tal senso e credo che questo sia già uno stimolo a migliorare la collaborazione. A livello locale, fatte salve rare occasioni specifiche, riscontro comunque una buona collaborazione tra le diverse realtà che si occupano del territorio.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
Potrei riassumere in questa risposta quanto detto finora: il CdV è una realtà che aumenta la socializzazione, la collaborazione tra amministrazione e cittadini, la percezione della sicurezza e la conoscenza del proprio territorio. In più offre un servizio di controllo capillare; credo non si possa desiderare di meglio.

ACdV intervistai sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Legnano (Mi)

Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Legnano (Mi), Lorenzo Radice.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il primo gruppo di controllo del vicinato risale al 2015. Da allora Il CdV si è ampliato arrivando a contare 29 gruppi “residenziali”, per complessivi 1.182 aderenti e 99 coordinatori, e 14 “commerciali”, per complessivi 363 aderenti e 32 coordinatori.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Da esperienze fatte in altri Comuni riportate dai media.

Come è strutturato?
Il CdV è strutturato in gruppi che comunicano al loro interno utilizzando whatsapp. I coordinatori di ogni gruppo condividono fra loro le segnalazioni che ritengono utili e comunicano alla Polizia Locale le segnalazioni raccolte tramite un bot creato dal Comando e reso disponibile dalla piattaforma Telegram.

L’Amministrazione come lo supporta?
L’Amministrazione mette a disposizione del Controllo un Info Point nei pressi della stazione ferroviaria, una postazione presso il Comando di Polizia locale per registrare digitalmente i dati e un archivio, sempre nel Comando, per la documentazione cartacea, che è in continuo aggiornamento. L’Amministrazione ha inoltre messo a disposizione dei gruppi di CdV un assistente civico che aggiorna la documentazione prodotta e affianca il Comandante della Polizia locale e l’amministrazione durante le riunioni.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Non sono dati direttamente in possesso dell’Amministrazione comunale.
Dalle segnalazioni pervenute attraverso il CdV, perlopiù inerenti il decoro urbano, possiamo rilevare reati al patrimonio, in genere furti all’interno di autovetture o in cantine/box.


Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Il CdV ha sicuramente questa funzione: condomini che prima si conoscevano appena hanno iniziato a dialogare attraverso il CdV e così abitanti in villette situate sulla stessa via. Aggiungo che il CdV ha un’altra valenza rilevante per quelle micro comunità locali che sono i nostri quartieri, quella di “cura di vicinato”. Il CdV, infatti, è anche uno strumento per occuparsi delle persone e dei luoghi in cui vivono; in questo senso è, esattamente come i patti di collaborazione civica, un canale per la partecipazione attiva delle persone alla cura della nostra Città. Le riunioni periodiche tra aderenti, promosse dall’Amministrazione comunale, contribuiscono a consolidare queste dinamiche.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Premesso che la differenza la fanno le persone, è indispensabile che la Polizia Locale dedichi risorse e attenzione a tutte le componenti della cosiddetta “sicurezza integrata”. Il modello organizzativo comunale dovrebbe tendere a favorire questa mission.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
L’amministrazione intende il CdV come uno dei principali strumenti della sicurezza partecipata, come dimostrano diversi casi di interventi effettuati dagli agenti della nostra Polizia Locale partendo dalle segnalazioni inviate dai coordinatori dei gruppi. Più in generale tutto quello che i coordinatori producono rappresenta un elemento utile alla Polizia Locale per conoscere ancora più puntualmente il territorio e le sue criticità.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con la prima cittadina di San Mauro Torinese (To)

Questo mese siamo stati a colloquio con la prima cittadina di San Mauro Torinese (To), Giulia Guazzora.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Siamo stati dei pionieri: il Controllo del Vicinato è attivo da diversi anni avendo residenti sul territorio dei rappresentanti nazionali che hanno supportato la realizzazione nel nostro Comune.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
I coordinatori si sono messi in contatto con l’Amministrazione per instaurare un rapporto di reciproca collaborazione.

Come è strutturato?
In città sono presenti 9 gruppi che coinvolgono circa 400 famiglie di cittadini, ciascuno con un coordinatore; vi è un collegamento diretto con le Forze dell’ordine cittadine e i  gruppi sono collegati fra di loro attraverso la chat dei coordinatori. Ovviamente per le segnalazioni che richiedono un intervento urgente ciascun componente il gruppo si rivolge in primis al 112. Con un suo rappresentante il CdV partecipa con l’Amministrazione ad un “tavolo della Sicurezza” composto dalle varie funzioni cittadine, Carabinieri, Polizia Locale ,  Protezione Civile, che mensilmente si riunisce.

L’Amministrazione come lo supporta?
Attraverso il tavolo suddetto, cercando di recepire le istanze che ne  provengono, organizzando insieme  iniziative di prevenzione.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Truffe ai danni delle categorie più fragili della società. 

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Certamente! Ha una funzione di ascolto e rassicurazione soprattutto per le persone anziane e sole, si crea una rete a protezione delle persone.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Probabilmente convocando con più frequenza il tavolo e i suoi rappresentanti e pianificando una serie di iniziative di conoscenza del CDV.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Valera Fratta (Lo)

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il Controllo Del Vicinato a Valera Fratta è attivo da circa un anno, attualmente abbiamo tre gruppi attivi e formati più o meno da una decina di famiglie ciascuno.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Siamo venuti a conoscenza del progetto in campagna elettorale tramite il consigliere Margani Andrea, il quale ha cercato sin da subito di creare una rete dei contatti e tramite il signor Cordone, responsabile di zona, comprendere ed assimilare il suo funzionamento e le sue logiche, per capire la possibilità di realizzazione nel nostro Comune a beneficio della cittadinanza.

L’Amministrazione come lo supporta?
L’Amministrazione Comunale supporta il controllo del vicinato mettendo a disposizione risorse economiche finalizzate all’acquisto dei cartelli segnaletici e risorse umane che fanno da supporto alla nascita ed al funzionamento dei gruppi.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Sebbene nel nostro Comune non vi siano particolari situazioni di degrado/disagio sociale, nel corso dell’anno capita di essere vittime di atti di microcriminalità quali furti in casa e truffe specialmente rivolte alle persone anziane.

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Il CDV si è dimostrato essere un importante deterrente con un immediato riscontro positivo nelle vie dove i gruppi sono sorti. Oltre al fattore deterrenza la nascita del gruppo CDV ha avuto un positivo effetto aggregante tra i residenti che con maggiore spirito di solidarietà e sussidiarietà hanno iniziato a fare “gruppo” in senso lato , aiutandosi vicendevolmente in svariate situazioni abbattendo quella barriera dell’indifferenza e/o della diffidenza che spesso caratterizza i rapporti tra vicini di casa.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
L’organizzazione ed il protocollo di funzionamento del CDV sono, a mio parere, molto chiari e ben definiti nella definizione dei ruoli che spettano ad ogni attore nella gestione della situazione emergenziale/di sicurezza. Solamente nel rispetto del protocollo così come oggi in essere si realizza il corretto iter finalizzato alla sicurezza dei cittadini. Mi permetto di suggerire che potrebbe essere utile almeno una volta all’anno istituire una giornata in cui i gruppi si ritrovano insieme alle forze di PL per confrontarsi sulle procedure e sulle eventuali problematiche insorte.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
Abbiamo sempre pensato al CDV come ad uno strumento di fondamentale importanza necessario per implementare la sicurezza dei nostri concittadini. In un contesto generale in cui per un piccolo Comune non è fattibile avere in pianta stabile un agente di PL se non per un massimo di 12 ore settimanali, la gestione della sicurezza deve necessariamente passare da una azione partecipativa ed attiva dei cittadini. Il CDV si inserisce a pieno titolo in questo contesto di “sicurezza partecipata” proprio come ben spiegato da S.E. il Prefetto quando andai a firmare il protocollo di intesa per il CDV.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Povegliano (Tv)

Questo mese siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Povegliano (Tv), Rino Manzan.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Già nel 2015, durante mio primo mandato, avevo indetto un’assemblea pubblica sulla sicurezza per sensibilizzare i cittadini e invitarli ad alzare l’attenzione in seguito a furti subiti in diverse abitazioni. Si formarono così i primi gruppi di Controllo del Vicinato.
Il passo successivo è stato di adottare il progetto “Controllo del Vicinato” con una delibera di Giunta, un passaggio istituzionale dovuto per rendere conformi tutte le attività legate alla sicurezza partecipata.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Ho fatto una ricerca su Internet e ho trovato che il Controllo del Vicinato già esisteva in Veneto, in alcuni Comuni del Veneziano. Ho contattato la Responsabile Regionale ACdV dell’epoca e abbiamo concordato un percorso per avviare il progetto e formalizzare le adesioni al progetto CdV.

Come è strutturato?
Seppur di piccole dimensioni, Povegliano ha 5.100 abitanti, allo stato attuale il territorio comunale è coperto in forma completa da una rete a maglie fitte di cittadini organizzati in 17 gruppi comunali e seguiti da una ventina di Coordinatori di zona.

L’Amministrazione come lo supporta?
L’Amministrazione ha sostenuto il progetto da sempre con varie riunioni con i cittadini e con la cartellonistica su tutto il territorio.
Ho delegato Livio Zago, cittadino di questo Comune, oggi Consigliere Comunale e socio di ACdV, a costruire la rete.
La mia Amministrazione è stata la prima ad avviare il progetto in ambito provinciale: in Provincia di Treviso siamo stati i primi e abbiamo fatto scuola.
Entrambi siamo stati così entusiasti dei risultati conseguiti, valorizzati anche dalla campagna di stampa locale e da alcuni servizi su TV nazionali, che abbiamo contribuito a diffonderlo in tanti Comuni della Provincia.
Oggi, nella nostra Provincia, oltre la metà dei Comuni ha adottato il progetto di sicurezza partecipata.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
In seguito all’introduzione del Controllo del Vicinato, per due anni non abbiamo più subito furti, fatto che ha incuriosito la stampa.
Negli anni successivi abbiamo registrato sporadici furti e tentativi di furto, in modo molto inferiore alla media regionale, direi grazie anche alla maggiore consapevolezza e partecipazione dei cittadini sul tema della sicurezza.


Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
In tutte le occasioni noi abbiamo sempre ribadito la funzione sociale del progetto e l’importanza dello stesso per favorire l’aggregazione tra cittadini e per segnalare ai servizi sociali eventuali situazioni di disagio.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
L’esperienza ci ha insegnato che per ottenere risultati è necessaria la collaborazione fattiva tra cittadini aderenti al progetto e istituzioni. 

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’? Ritengo che la partecipazione strutturata dei cittadini attraverso il Controllo del Vicinato sia fattore irrinunciabile per raggiungere un livello di sicurezza più alto.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di San Zenone al Lambro

Prosegue l’appuntamento mensile con le interviste ai sindaci di comuni dove è presente un progetto supportato da ACdV.
Siamo stati a colloquio con la prima cittadina di San Zenone al Lambro (Mi), Arianna Tronconi.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il Progetto “Controllo del Vicinato” abbiamo cominciato a divulgarlo nel febbraio 2020 attraverso assemblee pubbliche, (che si sono interrotte causa covid), gazebi dedicati durante le varie feste, iniziative del paese, attraverso incontri dedicati a zone.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Ho notato i cartelli segnaletici, (tipici del progetto esistenti nei comuni che lo hanno già adottato e attivato),  nella zona dove lavoro nel 2019.
Mi sono subito incuriosita e mi sono attivata per incontrare il Responsabile di zona.


Come è strutturato?
Ad oggi i gruppi sono attivi tramite il sistema di messaggistica WhatsApp, abbiamo 2 coordinatori che gestiscono i gruppi, facendo poi confluire in una unica chat le segnalazioni importanti.

L’Amministrazione come lo supporta?
L’Amministrazione continua a organizzare momenti dedicati mettendo a disposizione spazi per gli incontri con l’intento di favorire la costituzione dei gruppi; durante i periodi sensibili come ad esempio il periodo natalizio, i periodi di vacanze o periodi dove si verificano particolari attività di truffe o illeciti, propone sui canali cosiddetti “social” e attraverso manifesti affissi nei locali commerciali e non del paese,  informazioni utili alla prevenzione elaborati dal gruppo del Controllo del Vicinato; mantiene i contatti con i Coordinatori attraverso il Comandante della Polizia Locale; provvede all’installazione dei cartelli dove si sono costituiti i gruppi.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Tendenzialmente attività di danneggiamento di beni pubblici, truffe ai danni di persone anziane o fragili e furti nelle abitazioni.

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Assolutamente sì, la funzione sociale è la parte che mi ha maggiormente colpito. Credo molto in questo progetto proprio come uno strumento che promuove la coesione sociale, il senso di appartenenza ad un territorio, un riavvicinarsi alla vita di comunità, stile “vecchi  cortili” di una volta dove ci si confrontava, sosteneva, aiutava tra vicini di casa,  
Cittadini che si mettono a disposizione di altri concittadini con uno sguardo attento e interessato a ciò che accade intorno al loro quartiere o via. Nuove relazioni che nascono proprio partendo dalla condivisione di un progetto di prevenzione basato sulla partecipazione attiva dei cittadini attraverso un controllo informale della zona di residenza e la cooperazione tra loro. Auspico in un aumento dei gruppi.


Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Credo che la strada migliore per l’Amministrazione sia quella di confrontarsi sempre con i Coordinatori del Progetto, sia direttamente che attraverso il nostro Comandante di Polizia Locale. Avere dunque, un canale di ascolto aperto, sempre aggiornato rispetto a ciò che accade sul nostro territorio, in modo da poter eventualmente apportare modifiche o migliorie o condividere “buone pratiche”.
Mantenere, anche implementare, i momenti o gli strumenti per promuovere e sensibilizzare le persone a questo progetto. Persistere nell’informazione preventiva, sia attraverso il canale cartaceo (manifesti) che attraverso i canali Social, su alcuni temi quali appunto le truffe alle persone fragili o anziane.


Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
Penso al Controllo del Vicinato come a componente fondamentale della cosiddetta “Sicurezza partecipata”, come del resto anche rispetto ad altre aree con cui noi Amministratori abbiamo a che fare. La componente della condivisione, ove possibile, con la cittadinanza è sempre un arricchimento.

ACdV intervista i sindaci. A colloquio con il primo cittadino di Cislago

Prende forma un nuovo appuntamento dove riporteremo le interviste a sindaci di comuni dove è presente un progetto supportato da ACdV, a dimostrazione dell’importanza che ha il rapporto tra Associazione ed Istituzioni.
Siamo stati a colloquio con il primo cittadino di Cislago, Stefano Calegari.

Da quanto tempo nel Suo Comune è attivo il Controllo del Vicinato?
Il progetto è stato portato all’attenzione con incontri specifici a partire da settembre 2016, in seguito ai quali si sono costituiti i primi gruppi.

In quale modo ne siete venuti a conoscenza?
Tramite l’allora responsabile della zona dell’alto Milanese ed un ragazzo cislaghese che ha preso a cuore il progetto.

Come è strutturato?
Il gruppo è attualmente attivo principalmente tramite il sistema di messaggistica WhatsApp. I coordinatori attivi sono quindici e gestiscono altrettanti gruppi di via o zona, oltre a confluire in un’unica chat di coordinatori utile per condividere velocemente le segnalazioni salienti.

L’Amministrazione come lo supporta?
Attraverso la diffusione di messaggi alla cittadinanza nel caso si stiano verificando fenomeni illeciti sul territorio e la messa a disposizione di spazi per gli incontri tra coordinatori e per quelli aperti a tutti. Inoltre, a breve verrà creata una pagina sul sito comunale per spiegare di cosa si occupa il Controllo del Vicinato e come fare per aderirvi.

Quali sono i reati maggiormente effettuati nel Suo Comune?
Ciò che preoccupa maggiormente è l’aumento considerevole di truffe o tentate truffe, soprattutto ai danni di persone anziane.

Ritiene che il Controllo del Vicinato oltre ad una funzione di deterrenza abbia anche una funzione sociale nel senso di avvicinare o fare parlare tra loro persone che altrimenti sarebbero indifferenti?
Certamente, il Controllo del Vicinato deve avere come priorità una funzione sociale; è attraverso le relazioni che nascono le cose migliori, che ci si migliora, che si aiuta un paese ad essere migliore. È così che un quartiere prende vita e diventa automaticamente più sicuro e più bello; attraverso questo l’impegno del controllo del vicinato si cerca lo sguardo e l’aiuto dell’altro e così si crea quella sana complicità che potrebbe fare di un quartiere una comunità.

Come ritiene che possa essere potenziata la collaborazione tra CDV, Polizia Locale e Amministrazione  nel rispetto delle singole competenze e ruoli?
Credo che l’Amministrazione comunale abbia il compito innanzitutto di “creare il bello” in paese, attraverso ad esempio: la pulizia delle strade e dei parchi, la cura del verde, le iniziative culturali, l’attenzione alle persone più sfortunate, il dialogo con i cittadini. Ritengo inoltre che debba promuovere sistematicamente incontri dove le persone impegnate nel CDV possano confrontarsi e condividere buone prassi. Fondamentale è poi la sensibilizzazione su alcuni temi come le truffe alle persone anziane e la promozione della sicurezza  anche attraverso un sistema di videosorveglianza efficace. La Polizia Locale deve essere presente sul territorio e intervenire immediatamente ad ogni segnalazione con il supporto delle altre Forze dell’Ordine quando necessario. Il confronto con la Prefettura è altrettanto importante per avere uno sguardo a più ampia scala e un supporto di alto livello professionale oltre che istituzionale.

Pensa al Controllo del Vicinato come un qualcosa a se stante o una componente importante della cosiddetta ‘Sicurezza partecipata’?
Assolutamente importante per la cosiddetta “sicurezza partecipata”, come penso si possa ben comprendere dalle risposte alle precedenti domande.

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