Dal nostro Ufficio Stampa…
a cura del Dott. Massimo Iaretti
L’importante differenza tra due preposizioni
Può una semplice differenza tra preposizioni causare delle confusioni? Certamente, almeno nel nostro caso. Nel Controllo del Vicinato l’utilizzo ‘del’ o del ‘di’ sta a significare una distanza enorme tra due situazioni: la prima, il Controllo del Vicinato è un sistema ormai collaudato da anni, portato avanti con serietà in collaborazione con Istituzioni e Forze dell’Ordine, dove i volontari che agiscono hanno a monte una formazione e un’associazione, ACdV, appunto, che ne persegue gli obiettivi e garantisce la corretta esecuzione, oltre ad essere l’unica proprietaria del marchio. Il Controllo di Vicinato, sia dichiarato che apposto su cartelli, sta ad evidenziare invece un utilizzo spesso all’insegna del ‘fai da te’ che nulla ha a che vedere con il Controllo del Vicinato e sovente ingenera anche confusioni, soprattutto se utilizzato impropriamente degli organi di informazione, confusioni che possono anche vanificare il lavoro che svolgiamo tutti i giorni in tutta Italia, dove presenti.
Ecco perché è stato necessario chiarire questo concetto ad una testata importante qual è il TG1 per il recente, e drammatico, evento avvenuto a Montelibretti nella Città Metropolitana di Roma. Di qui l’invio della lettera, che viene pubblicata di seguito alla direzione del TG1 ed all’autore del servizio con la costatazione che, forse, se fosse stato applicato il Controllo del Vicinato, quello vero, non si sarebbe consumata la tragedia.
«In merito al servizio apparso nel TG1 della RAI di sabato 20 luglio delle ore 20, relativo al tragico fatto di Montelibretti (Città Metropolitana di Roma) in cui una donna è stata arrestata per omicidio volontario perché accusata di aver lasciato morire di stenti la madre, l’autore Leonardo Zellino afferma che ‘il Controllo di vicinato non è servito’ ad evitare tale gravissimo fatto. Contestualmente è stato inquadrato un cartello appiccicato sul cancello della villetta dove si è consumato il dramma. Fatta questa premessa occorre precisare che
Il Controllo del Vicinato è un sistema di deterrenza passiva presente su tutto il territorio nazionale divulgato da una associazione, ACdV – Associazione Controllo del Vicinato che opera in collaborazione con Istituzioni e Forze dell’Ordine. Tale sistema, di derivazione dei Paesi Anglo Sassoni, è in Italia dal 2008.
Alla base del Controllo del Vicinato (è bene sottolineare che questo è il termine esatto e non controllo di vicinato come viene sovente riportato erroneamente dagli organi di informazione) c’è il coinvolgimento dei cittadini nell’osservare e segnalare a chi di competenza eventuali movimenti sospetti sul territorio ma soprattutto quella di favorire la solidarietà tra vicini, superando l’indifferenza.
L’adozione del Controllo del Vicinato presuppone una formazione di chi lo attua attraverso corsi, incontri, confronti e i gruppi che vengono costituiti sono approvati e censiti da ACdV.
I cartelli che indicano che nella zona è attuato il Controllo del Vicinato sono tutelati dalla registrazione del marchio presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. ACdV, proprietaria del marchio, lo concede principalmente dietro richiesta alle Amministrazioni Comunali.
Quello apposto sulla villetta di Montelibretti è un cartello posticcio (lo denota il fatto che la scritta apposta reca la dizione Controllo di Vicinato) da un soggetto che non risulta essere o essere mai stato socio di ACdV, in un Comune come Montelibretti dove non esiste nessun gruppo di Controllo del Vicinato, né tantomeno dove l’Amministrazione Comunale risulta averlo applicato. In sostanza si tratta dell’iniziativa di un privato assolutamente decontestualizzata rispetto a qualsivoglia applicazione del sistema.
Se fosse stato invece applicato realmente e contestualmente il progetto “Controllo del Vicinato”, che prevede non soltanto la prevenzione e la deterrenza a episodi di reati ma anche l’alta valenza di favorire la solidarietà nella collettività sulla base di forti relazioni sociali e di un’appartenenza territoriale ben definita, probabilmente si sarebbe evitata la tragedia. E’ proprio l’applicazione di quest’ultima caratteristica, la cosiddetta coesione sociale, alla base del Controllo del Vicinato (ACdV) che ci contraddistingue da altre associazioni similari, dove l’attenzione alle persone sole e fragili è prioritaria.
Riguardo ai cartelli segnaletici “fai da te“, che non hanno alcuna autorizzazione da parte di ACdV, specialmente da parte dei privati l’Associazione è quotidianamente impegnata a fare chiarezza su questo punto per evitare equivoci o inconvenienti che possano generarsi e danneggiare direttamente o indirettamente l’impegno quotidiano di soci e famiglie aderenti, oltre che di ACdV stessa.
Tanto si doveva per opportuna conoscenza e per un’opportuna corretta informazione, in quanto la frase resa dall’autore del servizio, pur coerente con la presenza del cartello posticcio, rischia di essere fuorviante, data la diffusione della testata, la sua autorevolezza, l’orario di massimo ascolto.
Di qui la richiesta, se possibile, di una specifica relativa a quanto sopra descritto, rendendoci sempre disponibili ad ogni approfondimento qualora vi necessitasse.»
Massimo Iaretti